Il perdurare di questa mia assenza da uno spazio creato
volutamente per esternare ciò che si aggira nei bassifondi del mio animo irrequieto
non è sinonimo di arrendevolezza semplicemente ho sperimentato lo strategico
metodo “ tergiversiamo”, il classico caso alla non ci penso, è estate, il sole
mi riempie il cuore e le nottate brave
tra amici frizzanti e risate ridondanti
inneggiano il buonumore e ti senti veramente bene.
Poi però ti scontri con il sistema, con il mondo fertile che
non comprende, che ti ferisce, perché è
la gente a farti sentire sbagliata, è la facilità della loro fecondità che non
menziona la delicatezza, il tatto e
neanche la sensibilità.
Il tripudio alla vita esplode in ogni angolo della terra, la
notizia non fa notizia, è un continuo gioire di embrioni nascosti che presto
saranno tra noi, piccoli angeli caduti dal cielo che ancora non sanno come gira
il mondo, che il sole sorgerà con
estrema bellezza e tramonterà con altrettanta magnificenza, che ci saranno
giorni da dimenticare ma che varrà la pena ricordarli, che impareranno ad amare
e forse resteranno delusi, che è bello stare in spiaggia fino a sera e brutto
rientrare a lavoro nel post vacanza, che saranno tristi gli addii e emozionanti
gli arrivederci, che nonostante tutto è bello essere al mondo.
Vorrei farti conoscere cose che non sai, vorrei che i tuoi
passi calpestassero le mie impronte, vorrei condurti in luoghi ignoti con la
naturalezza di chi sa amare, di chi ti protegge di chi davvero potrebbe
darti tanto.
Ho voglia di partire per un viaggio, verso la felicità
assoluta, salpare non aspettandomi niente e tornare a casa aspettando te.
Vorrei che fossi figlio dell’estate, di una carezza di vento
e una stella cadente, di una notte giocosa sfociata in travolgente passione
dove l’ardore fa rima con amore.
Sarebbe il regalo più grande che il mare potesse farmi.
T’insegnerei a sognare, in quello sono bravissima, provare
per credere.